Linee guida per redigere un piano di Disaster Recovery

Gli imprevisti nel mondo digitale non sono più un’eventualità rara, ma una realtà con cui ogni azienda deve fare i conti. Un attacco informatico, un guasto improvviso o anche un semplice errore umano possono mettere fuori uso sistemi critici, bloccando intere attività.

Per questo è fondamentale avere un piano di Disaster Recovery (DR): uno strumento concreto e ben strutturato che permette di reagire con rapidità, contenere i danni e tornare operativi nel minor tempo possibile.

Ecco le linee guida principali per costruirne uno davvero efficace.


1. Definisci obiettivi chiari e misurabili

Un piano di Disaster Recovery parte sempre da una domanda fondamentale: quanto possiamo permetterci di perdere in termini di tempo e dati?

Per rispondere servono due parametri:

  • RTO (Recovery Time Objective): il tempo massimo tollerabile di inattività.

  • RPO (Recovery Point Objective): la quantità massima di dati che si possono perdere, espressa in tempo (es. gli ultimi 30 minuti di attività).

Definire questi due valori aiuta a costruire una strategia realistica e calibrata sulle esigenze dell’organizzazione.


2. Identifica i sistemi e i dati critici

Non tutte le risorse informatiche sono uguali. Alcune sono essenziali per mantenere operativa l’azienda, altre possono essere ripristinate in un secondo momento.

È quindi importante:

  • mappare i sistemi e i servizi utilizzati,

  • identificare quelli più critici,

  • evidenziare le dipendenze tecniche tra i vari componenti.

Questo ti permetterà di stabilire le giuste priorità durante un’emergenza.


3. Analizza i rischi e gli scenari possibili

Un buon piano non si basa su ipotesi generiche. Serve analizzare nel concreto quali minacce potrebbero colpire l’infrastruttura IT: attacchi informatici, guasti hardware, incendi, blackout, errori umani o disastri naturali.

Ogni scenario ha impatti diversi, e merita una risposta specifica all’interno del piano.


4. Progetta una strategia di backup solida

Il backup è il cuore di ogni piano di Disaster Recovery. Deve essere:

  • regolare, con frequenza adeguata agli RPO stabiliti;

  • sicuro, protetto da accessi non autorizzati;

  • geograficamente distribuito, per resistere a disastri localizzati (es. backup in cloud o su sedi remote).

Oltre al backup, valuta l’uso di repliche in tempo reale per i sistemi più sensibili, così da garantire tempi di ripristino rapidissimi.


5. Definisci ruoli e responsabilità

In caso di emergenza, ogni minuto conta. È quindi essenziale che ogni persona coinvolta sappia esattamente cosa fare.

Il piano deve includere:

  • un elenco dei referenti tecnici e operativi,

  • i compiti di ciascuno durante le fasi di risposta,

  • i contatti di emergenza interni ed esterni,

  • una procedura di comunicazione semplice e veloce.


6. Scrivi procedure operative chiare e accessibili

Il piano DR deve essere leggibile e utilizzabile anche sotto pressione. Evita tecnicismi eccessivi, e punta su istruzioni pratiche, passo per passo.

Ogni sezione dovrebbe includere:

  • come attivare il piano,

  • in che ordine ripristinare i sistemi,

  • quali strumenti usare,

  • come verificare che tutto sia tornato operativo,

  • come e quando riprendere l’attività normale.


7. Metti il piano alla prova, non tenerlo nel cassetto

Avere un piano è un ottimo punto di partenza. Ma un piano che non viene testato, aggiornato o condiviso diventa rapidamente inutile.

È fondamentale:

  • testarlo periodicamente, simulando situazioni reali (anche semplici blackout o attacchi ransomware simulati);

  • coinvolgere i team che dovranno applicarlo, per valutare tempi di risposta e comprensione delle procedure;

  • aggiornarlo regolarmente ogni volta che cambiano infrastrutture, processi aziendali o ruoli;

  • documentare ogni test, annotando cosa ha funzionato e cosa no, così da migliorare il piano nel tempo.

Un piano di Disaster Recovery è vivo: funziona solo se viene curato, verificato e adattato all’evolversi dell’organizzazione.


Conclusione

Redigere un piano di Disaster Recovery non significa solo scrivere un documento, ma costruire un meccanismo di risposta efficace a situazioni impreviste. È un investimento di tempo e risorse che può fare la differenza tra una rapida ripresa e un danno serio, talvolta irreparabile. Prepararsi oggi, con metodo e consapevolezza, è l’unico modo per affrontare con sicurezza le incertezze di domani.